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Le leggi d'interpretazione autentica appartengono al regno degli atti normativi o al regno degli atti interpretativi? La domanda, apparentemente banale, non si prefigge soltanto di indagare in quale categoria concettuale collocare questa tipologia di atti, ma anche di comprendere quali siano gli effetti concreti sul piano normativo. Ad esempio: sono ammissibili leggi di interpretazione autentica in materia penale? E, in caso di risposta affermativa, gli effetti concreti arrivano ad "aggirare" i limiti costituzionali alla retroattività in materia penale? Partendo dalle principali teorie relative in materia ed esaminando dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo la dimensione del fenomeno, l'Autore tenta non solo di rispondere all'interrogativo esposto (e ad altri che il fenomeno suscita), ma anche di ricostruire una lettura dell'interpretazione autentica in chiave riduzionistica.